28/02/12

le foreste nelle Marche

I boschi delle MarchePDFStampaE-mail
In linea con l’assetto nazionale la distribuzione delle aree boscate è concentrata prevalentemente nelle aree interne alto-collinari e montane. Entro i limiti amministrativi delle Comunità Montane, su una superficie di ha 604.785, che rappresentano il 62,4 del territorio regionale, ricade il 93% dei boschi marchigiani con un coefficiente di boscosità che in quest’area sale così al 40%. Le colline litoranee fuori Comunità Montana, con una superficie territoriale pari al 37,6% di quella totale, comprendono il restante 7% dei boschi regionali; in questi ambiti, dove prevale nettamente l’attività agricola, il coefficiente di boscosità scende al 4,6%. Tra le quattro Province quella più boscata risulta essere Pesaro-Urbino con un indice del 32%; Ancona, che comprende un’estesa superficie collinare coltivata, si posiziona all’ultimo posto con il 15%, mentre le due Province più meridionali si collocano in una posizione intermedia, prossime alla media regionale, entrambe su valori intorno al 26%. I complessi forestali delle Marche sono stati suddivisi a livello gerarchico più elevato in 11 Categorie forestali, 46 Tipi forestali ulteriormente differenziati in sottotipi e varianti. Per una descrizione più dettagliata di tali aspetti si rimanda al lavoro originale (IPLA, 2000).

Il territorio delle Marche è stato suddiviso in 17 Aree Forestali, 13 delle quali coincidono con i territori delle Comunità Montane; le restanti 4 aree provinciali esterne alle CM costituiscono le “Aree collinari costiere”. L’assetto di copertura forestale può misurato mediante un Coefficiente di Boscosità, indicatore comunemente utilizzato che esprime la percentuale di copertura forestale di un territorio (fig.2). La maggiore copertura forestale è di pertinenza delle aree montane nelle dorsali Appenninica e pre Appenninica, mentre le aree collinari-costiere hanno valori molto bassi (< al 10%) soprattutto nelle province di Ancona e Macerata. Le Province di Pesaro-Urbino e Ascoli Piceno sono quelle che hanno il maggiore CBT medio (circa il 32%) caratterizzate anche dai più alti valori assoluti nella CM del Catria-Nerone (55%) ed in quella del Tronto (53%). I valori più bassi sono nella Provincia di Ancona (20%), dove anche in ambito montano i valori di copertura forestale non superano il 37% della superficie territoriale.


I TIPI FORESTALI DELLE MARCHE

Inventario e Carta Forestale della Regione Marche


La conoscenza quali-quantitativa del patrimonio forestale è di fondamentale importanza per la sua corretta gestione, per questo la Regione Marche si è dotata dal 2001 dell’Inventario Forestale e della Carta dei Tipi Forestali realizzato dall’IPLA (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente) di Torino. Il progetto realizzato è stato concepito soprattutto per fornire un
efficace strumento di supporto alla pianificazione degli interventi, alla razionale utilizzazione,
alla valorizzazione polifunzionale e miglioramento del patrimonio forestale regionale nel corso del periodo 2001-2015.
Esso ha consentito di raggiungere alcuni importanti obiettivi:
• Quantificare la consistenza del patrimonio forestale pubblico e privato e verificare i fenomeni dinamici in atto negli ultimi decenni.
• Valutare, con accettabile approssimazione, il quadro evolutivo dei diversi soprassuoli, verificando le possibili attitudini e destinazioni prevalenti in relazione alle caratteristiche stazionali e all'accessibilità.
• Stabilire gli indirizzi di intervento selvicolturali e le possibili utilizzazioni, compatibili con le relative priorità, nell'ottica di ottimizzare le finalità e le potenzialità che i diversi popolamenti possono esplicare. L'impostazione selvicolturale è stata verificata attraverso una corretta definizione dei tipi e delle modalità di intervento, ispirandosi sostanzialmente ai principi della selvicoltura naturalistica.
• Definire un programma di interventi selvicolturali che quantifichi le masse legnose ritraibili per il quindicennio a venire, con particolare riguardo alle formazioni boscate private e indichi consistenza e localizzazione dei cedui da convertire in base alle potenzialità. Gli interventi previsti sono localizzati su base cartografica per agevolare la loro individuazione nelle fasi pianificatoria e gestionale.

La Carta dei Tipi Forestali
<!--[if !vml]--><!--[endif]--> La definizione e localizzazione dei Tipi forestali rappresenta un elemento innovativo della metodologia elaborata. La loro caratterizzazione deriva non solo dalla classificazione fisionomica, basata sulla specie prevalente, ma sull'analisi delle caratteristiche ecologico-fitosociologiche e sulle condizioni evolutivo-colturali delle cenosi reali. La Regione Marche è stata la prima in Italia a disporre contemporaneamente di una definizione dei tipi e di una loro localizzazione cartografica alla scala 1:25.000, supportata dai rilievi inventariali. In ambito regionale sono state definite 11 Categorie e 46 Tipi forestali con relativi Sottotipi e Varianti (fig.1).
Fig. 1 -Carta dei tipi forestali (IPLA, 2001).
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Il tipo è l’unità gerarchica principale della classificazione e viene definito in base ai caratteri ecologici, floristici, selvicolturali-gestionali e dinamici. La denominazione fa riferimento all’ambiente o alla flora caratteristica (es: lecceta xerofila; pioppeto di pioppo tremolo). Il sottotipo è definito principalmente in base a sottobosco, clima e terreno, mentre la Variante è discriminabile in base a differenze a livello compositivo nello strato arboreo dominante.

L’Inventario Forestale
<!--[if !vml]--><!--[endif]-->L’IFR presuppone un campionamento sistematico effettuato attraverso un'indagine statistica sul terreno con il rilievo di aree di saggio temporanee e permanenti, a densità variabile in base alla precisione richiesta in relazione all'ambito territoriale minimo di elaborazione dei dati. La densità delle aree di saggio è basata sull'infittimento del reticolo UTM, attraverso maglia semichilometrica o grappoli di punti ogni 1,5 chilometri.La densità di campionamento varia da un'area di saggio ogni 50-100 ha boscati, per un totale di oltre 2400 punti di campionamento (fig.2).


Sul terreno sono rilevate le caratteristiche dei popolamenti compresi nell'area di saggio (tipo di proprietà, assetto strutturale, tipo forestale, stadio di sviluppo, destinazione, intervento, priorità...) e le caratteristiche degli alberi (specie, diametro la cui soglia minima è di 2,5 cm, età, incremento). Le aree di saggio sono circolari con raggio compreso tra 5 e 12 metri. Attraverso l'inventario forestale delle Marche sono state localizzate e rilevate 2.406 aree di saggio (2.193 temporanee e 213 permanenti). Dall’indagine si ottengono dati e informazioni di composizione quali-quantitativa (numero piante, provvigioni ripartite per specie o gruppi di specie e classi diametriche), fitosanitarie e gestionali sulle diverse formazioni boscate regionali.

Nel volume cartaceo oltre agli aspetti generali sono descritte dapprima le categorie (ognuna identificabile da sigle e da un colore specifico che varia secondo un gradiente xerofilo-mesofilo, es. leccete tendono al rosso, i querceti di roverella gialli e le faggete azzurre), poi per ognuna è riportata la chiave di classificazione che rimanda poi alle schede dei singoli tipi.
Ogni scheda riporta le seguenti informazioni mediate per il territorio regionale:
  • Descrizione
  • Caratterizzazione fitosociologica
  • Dendrometria e composizione
  • Localizzazione e dati inventariali
  • Variabilità
  • Caratteristiche stazionali (con 4 diagrammi di forte impatto visivo: distribuzione morfologica, sistemi di terre, ecogramma, esposizione e distribuzione altitudinale)
  • Interventi antropici più frequenti
  • Posizione nel ciclo evolutivo e tendenze dinamiche
  • Struttura e stadi di sviluppo
  • Indirizzi selvicolturali
  • Aspetti fisionomici del sottobosco
  • Elenco delle specie presenti, indicatrici e/o differenziali

Nella versione non elettronica della cartografia si arriva al livello di dettaglio della categoria e vengono fornite soltanto carta dei tipi (alla scala 1:100000) e carta dei sistemi di terre , mentre nel SIT fornito con la versione elettronica è possibile apprezzare la trasposizione cartografica anche di sottotipi e varianti (alla scala 1:25000) oltre alle carte degli assetti evolutivo colturali, delle destinazioni prevalenti e degli interventi selvicolturali (anch’esse alla scala 1:25000). Attraverso l’interfaccia grafica del SIT è possibile l’interrogazione dei molti dati tabulari associati agli oggetti geografici di tutte le carte disponibili (es: estrarre dal database ed evidenziare tutte le faggete localizzate sui rilievi appenninici calcarei).
Come illustrato la mole di dati a disposizione è notevole e ben organizzata ed ha prospettive di utilizzo praticamente in ogni settore della gestione territoriale E’ auspicabile che, oltre alla redazione del progetto, gli enti competenti completino l’apprezzabile opera intrapresa con un’attività di incentivazione all’utilizzo dello strumento da parte di addetti ai lavori e non. Occorre che l’inventario e la carta forestale diventino presto uno strumento diffuso e condiviso come base di lavoro e di linguaggio comune in materia forestale.

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